…il viaggio dell’anima…
Attenzione! Il 20 marzo sarà l’ultimo giorno per aderire al nostro “Trekking in Armenia…il viaggio dell’anima” ed avrai tempo fino al 31 marzo per perfezionare l’iscrizione, inviando il modulo di adesione…il più è fatto!!!
L’Armenia è nell’ aspetto tradizionale il “ponte” tra Oriente e Occidente: è il viaggio dell’anima nel luogo dove tutto è ri-cominciato, dopo che l’Arca di Noè si è arenata alle falde del Monte Ararat.
Può essere senza dubbio sinonimo di trekking, di viaggio a piedi, di cammino lento, grazie agli spazi sconfinati che propone: passo dopo passo, si va… verso ardite fortificazioni, sperduti monasteri, parchi selvaggi e lussureggianti…spesso tutelato da Parchi Nazionali e Riserve Naturali. Un ambiente non compromesso da eccessivi carichi urbani, né da pesanti pratiche agricole, dirette a massimizzare i rendimenti delle colture. Un ambiente che mostra spazi infiniti. Un territorio segnato da spettacolari canyon, intessuto da sentieri antichi, che portano a sperdute, millenarie, fortificazioni, a isolati monasteri, a preistorici osservatori astronomici, a siti marcati con ancestrali e simbolici petroglifi.
PROGRAMMA/ITINERARIO – 9 giorni/8 notti
(solo servizi a terra)
1° GIORNO: 16 giugno, sabato
ARRIVO IN ARMENIA
Arrivo all’aeroporto di Zvartnots (in base all’operativo voli) – accoglienza – trasferimento in albergo; sistemazione e pernottamento.
2° GIORNO: 17 giugno, domenica
YEREVAN – Giro turistico della città.
Dopo colazione, visita al Matenadaran, edificio intitolato al monaco Mesrop Mashtots (l’inventore dell’alfabeto armeno), che custodisce più di 17.000 manoscritti e circa 100.000 documenti d’archivio, medievali e moderni, redatti in più di 2.000 lingue e dialetti diversi. Senza dubbio la più imponente istituzione del suo genere al mondo, per quanto riguarda il patrimonio culturale, non solo armeno.
Visita al Museo di Storia nazionale, che consentirà di ottenere – seppur in modo sintetico – un inquadramento storico/sociale del territorio armeno e della civiltà che su di esso si è evoluta nel corso dei secoli. Eventuale tempo a disposizione, per l’acquisto di souvenir e/o altro.
Passeggiata alla “Cascade”, una monumentale scalinata intervallata da statue, aiuole fiorite, sculture, istallazioni artistiche e fontane, che sale sul fianco di una collina, dalla cui sommità si gode di una vista estesissima su tutta la città e (di giorno) sul biblico Monte Ararat.
Se la programmazione cittadina di Yerevan lo consente, partecipazione ad uno spettacolo musicale o all’opera, nell’apposito teatro. Cena e pernottamento.
3° GIORNO: 18 giugno, lunedì
YEREVAN – KHOR VIRAP – NORAVANK – SHAKI – GORIS.
Dopo colazione, partenza con destinazione Goris; la prima visita si compie al Monastero di Khor Virap (fossa profonda), eretto sul luogo in cui San Gregorio l’illuminatore, colui che introdusse il cristianesimo in Armenia, fu tenuto prigioniero, rinchiuso, per 13 anni, in una fossa sotterranea di pochi metri cubi, tuttora visitabile. Breve sopralluogo al monastero, ai dintorni e continuazione per Areni, capoluogo della regione viti/vinicola nazionale. Visita alla chiesa di Sourb Astvatsatsin (la Santa Madre di Dio), progettata e realizzata dal famoso architetto e scultore medievale Momik.
A seguire, si effettua un trekking a piedi per raggiungere il complesso monumentale religioso di Noravank, situato in posizione strategica e spettacolare, alla testata della gola, formata dal Fiume Amaghu, le cui pareti, complice il sole, si colorano di un particolare “rosso mattone”.
Nei secoli XII-XIV Noravank fu cattedra vescovile della regione di Syunik e il centro religioso e d’arte più importante d’Armenia.
Nel pomeriggio si continua in direzione sud, fino a lambire la cittadina di Sisian. luogo dove si visita, la bella cascata di Shaki, sito archeologico di Karahunj. Si continua per arrivare alla cittadina di Goris, dove si cena e si pernotta. Km a piedi circa 6 – dislivello in discesa circa m 250.
4° GIORNO: 19 giugno, martedì
GORIS – KHNDZORESK – TATEV – KARAHUNJ – YEGHEGNADZOR
Dopo colazione, si parte per la visita al villaggio troglodita di Khndzoresk, [ubicato ai bordi di un suggestivo canyon (Khor Dzor, gola profonda) – ponte tibetano] abitato dalla preistoria fino agli anni ’50 del novecento, quando il paese fu spostato in una vicina area, più comoda per le abitazioni, per le attività umane e la vita di relazione.
A seguire, visita al Monastero di Tatev, un articolato santuario fortificato, cinto da imponenti mura e dal quale è possibile ammirare il panorama sulla valle sottostante: è circondato su tre lati dallo strapiombo formato dal canyon del Fiume Vorotan (è raggiungibile con la funivia più lunga del mondo – una sola campata di quasi 6 km).
Si continua, puntando verso Nord e, nei pressi della cittadina di Sisian, si visita Karahunj (Zorats Karer) – un sito preistorico ubicato a 1.770 m di altitudine, che si estende per sette ettari (alcuni studiosi parlano di un osservatorio astronomico preistorico; altri di una necropoli della media età del bronzo; altri ancora di un sito sacro alla grande Dea madre, in epoca neolitica. Qui sono state rinvenute 204 pietre di oltre dieci tonnellate ciascuna, molte delle quali presentano dei fori, levigati nella parte alta del bordo. I primi insediamenti a Karahunj si fanno risalire al 5.500 a.C. (contemporaneamente, l’Egitto e la Cina erano ancora terre selvagge). Dall’alto, tracciando una linea ideale, appare la forma di un uccello in volo con le ali dispiegate, recante nel mezzo un uovo; nella parte centrale del vasto complesso archeologico, s’innalzava un “Tempio del Sole”, dedicato al dio Ar, che lo rappresentava, mentre le ali sembravano fungere da osservatorio astronomico e da università.
Qui si potranno ammirare degli antichissimi menhir, del peso di alcune tonnellate ciascuno, infissi sul terreno a formare un uccello ad ali spiegate, recante al centro un uovo, che a sua volta pare coronasse un tempio [alcuni chiamano questo sito la “Stonehenge armena” (Karahunj è, tuttavia, molto più antica), per via dei fori svasati all’interno che quasi tutti i menhir presentano – ciò farebbe pensare ad un vero e proprio osservatorio astronomico preistorico – per altri si tratta di una necropoli dell’età del ferro].
Tempo permettendo, si visita il monastero di Tanahat, isolato tra le colline, nella sua struggente perfezione architettonica.
Si giunge nella cittadina di Yeghegnadzor, per la cena e il pernottamento.
Km a piedi: circa 4, lungo l’itinerario dei “camini delle fate” di Khndzoresk; circa 6, in discesa – da 1500 m a 1000 m, nella gola del Fiume Vorotan, passando per l’eremo abbandonato di Tatevi Mets Anapat, fino al Ponte del Diavolo.
A proposito di Karahunj scrive Devana:
[…] Mi avevano parlato di un cerchio di
pietre dalla forma di uccello a Sisian. Un tempio megalitico risalente circa all’8° millennio a.C. e dedicato ai
riti di rigenerazione. La gente del posto lo chiama Carahunj “voce delle pietre
”.
Arrivarci non fu facile poiché non c’erano indicazioni e la pista in mezzo al fango (continuava a piovere)
sembrava più una palude. Le ruote del fuoristrada si incrostarono e cominciarono a slittare a vuoto.
Percorsi gli ultimi chilometri a piedi coi calzoni arrotolati e il fango fino alle caviglie. Quando giunsi in vista
dello stones circle il cuore perse dei colpi: era immenso, magnifico, quasi intatto. Un tumulo di cui si vedeva
il dolmen d’ingresso, circondato da una doppia spirale di menhir che si prolungavano da un lato all’altro
della montagna. Mi sentii benedetta. Ero di fronte ai millenni, nel silenzio totale. Il cielo nero si aprì, smise
di piovere e dall’alto scese un raggio di sole che illuminò il verde intorno. Mi sembrava di essere in un
documentario sulla genesi o in una foto di Salgado. Spazio e tempo si annullarono dentro di me. Mi percepii
infinita e immensa, senza confini, senza geografia, senza biologia.
Dalla mia borsa sciamanica estrassi un campanellino che mi era stato regalato fuori da un monastero. E
cominciai a suonarlo mentre mi avvicinavo al tumulo, nel centro delle due spirali di menhir incredibilmente
forati, toccando e salutando ogni pietra, cantando con tutto il fiato che avevo in gola, per svegliare le
memorie del sito, per lasciarle entrare nel mio sangue a svegliare le mie.
L’uccello, l’avvoltoio, era nel neolitico uno dei simboli della Dea: quello dell’aspetto rigenerativo. Nell’antico
Egitto l’avvoltoio era il geroglifo che significava Mut, la Madre. Nelle antiche società matrifocali i corpi dei
defunti venivano lasciati agli avvoltoi che se ne cibavano. Le ossa spolpate venivano poi sepolte nella terra
come semi per le nuove nascite. La vita si rigenerava nel ventre della terra grazie all’opera dell’avvoltoio,
che divenne quindi il simbolo della terza fase della Vita, quella che le nostre religioni hanno cancellato
trasformandoci in esseri insicuri e terrorizzati da una morte che ci hanno insegnato a considerare la fine. Le
culture matrifocali, invece, onoravano la terza fase: dopo la nascita e la morte c’era la rigenerazione, ossia il
ritorno dell’anima in un nuovo corpo. La morte era considerata solo un passaggio temporaneo nell’altra
dimensione affinché l’anima potesse rigenerarsi mentre una donna del clan le preparava un nuovo corpo.
Le Donne erano considerate Sacre in quanto Datrici di Vita.
E io mi trovavo in un tempio di rigenerazione. Il più grande e meglio conservato in cui mi fosse capitato di
entrare. L’emozione fu davvero tanta. Salii in piedi sulla cima del tumulo e cominciai a cantare e a pregare
sempre più forte dopo aver offerto tabacco all’ingresso del mound. Le lacrime scendevano sulla mia faccia
mentre invocavo la Madre sotto il cielo nero squarciato da raggi di luce al tramonto.
<Dea, qua è la tua figlia che ti chiama. Possano l’est e l’ovest ricongiungersi, Possano i due poli unirsi, possa
l’umanità vivere in pace>. Pregai finché ebbi voce e poi mi sdraiai sulle larghe pietre piatte che costituivano
il tetto del passage. Mi lasciai rigenerare, confortare, abbracciare dalle pietre. Infine, dopo un tempo che
non avrei saputo calcolare poiché ero fuori dalla percezione ordinaria, scesi dal tumulo e tornai verso
l’auto, che era ancora incagliata nel fango, chiedendo alla Dea aiuto per raggiungere l’alloggio. Aiuto che
evidentemente arrivò.
L’incontro con Carahunj ha segnato una tappa fondamentale della mia esistenza e del mio studio. Davvero
non saprei dire, in tanti anni di viaggi e ricerche, in quanti cerchi e allineamenti di pietre ho pregato. Oltre ai
più noti e turistici, Avebury, Stonehenge, Carnac, Callanish e tutti i templi megalitici andini in Perù, ho
trovato tantissimi cerchi di pietre meno conosciuti ma ugualmente potenti in Irlanda, Cornovaglia, Scozia,
Bretagna, Portogallo, Orcadi. Ma Carahunj aveva qualcosa di speciale. Una magia antica che si è
impossessata di me, forse creata dalla collocazione in mezzo alle montagne sotto un cielo da apocalisse,
forse creata dalla consapevolezza di trovarmi in Asia, così lontana dalle regioni celtiche a cui si suole
attribuire questo tipo di megalitismo. O forse la sua forma di avvoltoio, la coscienza della rigenerazione, la
forte presenza della Madre. Da quel momento io non sono più la stessa. Carahunj mi ha cambiata, mi ha
potenziata, ha sbloccato forze in me che nemmeno sospettavo di possedere.
Pensavo che, dopo quello, nulla avrebbe potuto coinvolgermi di più in Armenia. […]
Qui è possibile leggere l’articolo completo:
Dal sito:
5° GIORNO: 20 giugno, mercoledì
YEGHEGNADZOR – TSAKHATS KAR – SMBATABERD – YEGHEGNADZOR
Trekking verso la bellissima Fortezza di Smbataberd e il Monastero di Tsakhats Kar, ambedue alti, sulle propaggini montuose del villaggio di Yeghegis (chiesa di San Zorats, riservata alla benedizione delle truppe che partivano per la guerra; cimitero medievale ebraico).
La fortezza di Smbadaberd (fondata nel V secolo e rafforzata successivamente nel IX/X) fu costruita in una posizione molto strategica, all’estremità meridionale di una cresta, sorvegliata da ripide scogliere su tre lati. I bastioni molto grandi con torri sono ancora relativamente intatti all’esterno. All’interno dei confini della fortezza rimangono dei piccoli resti, ad eccezione delle deboli fondazioni di edifici vicino alle mura di fortificazione e di un mastio situato nel punto più alto del sito.
Tsakhats Kar è un bel monastero sperduto, abbarbicato alla montagna, sopra la valle di Yeghegis: una chiesa in basalto, fine ed elegante, in mezzo ad una pace diffusa e a splendidi paesaggi. Per quanto piccolo e parzialmente in rovina, è un sito di grande bellezza. I suoi punti di maggiore interesse sono le due pittoresche chiese: Sourp Hovhannes, realizzata in basalto nel 989, e Sourp Karapet, sempre del X secolo, entrambe caratterizzate da una mescolanza di toni ocra, arancioni e neri, tipici del campionario di colori armeno: emanano una grande spiritualità. Attorno ad essi, le rovine degli edifici conventuali, il cimitero e le sue Khachkar (sono croci scolpite come ricami su pietre di tufo, che connotano tutto il territorio armeno) rendono il sito ancora più grandioso.
Km a piedi, circa 12 – dislivello di poco più di 400 m, da percorrere in mezzo ad un territorio di eccezionale valenza ambientale
6° GIORNO: 21 giugno, giovedì
YEGHEGNADZOR – PASSO SELIM – SEVANAVANK – VANADZOR
Tappa di trasferimento (senza cammino a piedi; se si vuole si può camminare qualche chilometro nei pressi del Caravanserraglio medievale di Passo Selim – 2.410 m).
Si visitano: il Caravanserraglio medievale di Selim (anno 1332), ubicato lungo la famosa “via della seta”, sapientemente restaurato con materiali coevi; si effettua una piccola sosta presso il Monastero di Hayravank, che sorge proprio in riva al Lago Sevan (IX secolo). È il posto ideale per trovare un po’ di pace e godere dell’incantevole panorama.
A seguire si visita il Monastero della penisola di Sevan (conosciuto anche col nome “Mariamashen”, ricostruito ed ampliato dalla Principessa Mariam, nel secolo IX, sul sito in cui Sourp Grigor Lussavorich – San Gregorio l’Illuminatore – nel secolo IV eresse due chiese dedicate a San Giovanni Battista), dall’alto della quale lo sguardo può spaziare sulla vastità del lago – il secondo più grande al mondo, in altura (1.900 m) – e sulle montagne che lo circondano.
Si prosegue, infine per Vanadzor, città dove si cena e si pernotta.
Km a piedi, a piacere, nell’altipiano contiguo al Passo Selim (nessun dislivello, ambiente eccezionale e con un po’ di fortuna si possono avvistare le aquile che roteano basse nel cielo alla ricerca di prede).
7° GIORNO: 22 giugno, venerdì
VANADZOR – PASSO PUSHKIN – KURTAN – KOBAYR – VANADZOR
Di buon mattino, attraverso il Passo Pushkin, si parte per il villaggio di Kurtan dal quale si prosegue a piedi alla volta di Dzoraget: il paesaggio è di prima qualità – si cammina sul fondo di un ampio canyon. Si continua in vettura fino al villaggio di Tumanyan da dove si sale a piedi per il Monastero di Kobayr, un magnifico monastero in rovina, arroccato sulla scogliera a picco di un canyon tipico della regione Lori, in una posizione imprendibile. Le sue rovine sono particolarmente carismatiche, alcuni elementi sono dei veri gioielli d’arte sacra; l’abside si è fortunatamente conservata ed è ricoperta di magnifici affreschi. È uno dei pochi monasteri affrescati dell’intera Armenia.
Si rientra a Vanadzor per la cena e il pernottamento.
Km a piedi, 9/10 – dislivello di poco più di 300 m, in discesa; ulteriori km 3 (salita discesa) dislivello circa 100/130 m per il monastero di Kobayr.
8° GIORNO: 23 giugno, sabato
VANADZOR – DZORAGET – TSATER – ARDVI – LORI BERD – YEREVAN
Dopo colazione, si parte con direzione nord, fino al villaggio di Dzorages; da qui s’incomincia a camminare verso il villaggio di Tsater, adagiato sull’altopiano. Si continua, sempre a piedi verso lo sperduto villaggio di Ardvi, che ospita un tesoro: il monastero di San Hovhannes, con le due chiese parzialmente distrutte, ma che mostrano ancora una bella architettura, come ad esempio la “doppia basilica”; qui si conserva la tomba del Catholicos Hovhannes III Odznezi, grande pensatore e filosofo cristiano.
Con una breve digressione, si può bere alla sorgente (sembra ricca di minerali) che nasce proprio sotto una fascia orizzontale di colore scuro: secondo la credenza locale, la banda scura è un serpente pietrificato e l’acqua scorre dall’ombelico.
Continuiamo verso Stepanavan, la strada corre lungo un profondo canyon, che raggiunge la Fortezza di Lori Berd (tempo permettendo si può visitare), per secoli centro amministrativo della regione. Si rientra a Yerevan, dove si cena e si pernotta.
Km a piedi circa 13 – dislivello circa 350 m in salita.
9° GIORNO: 24 giugno, domenica
In conformità all’operativo voli, partenza per il rientro a casa.
INFO DETTAGLI – SCHEDA TECNICA
Pur svolgendosi in aree di facile percorribilità, prive di oggettivi pericoli, il programma è adatto ad escursionisti che abbiano conseguito un discreto allenamento.
L’itinerario si propone di raggiungere e mostrare – attraversando territori di notevole pregio paesistico e talvolta stupefacente, per le meraviglie che la natura esibisce – i più bei manufatti umani (fortezze, necropoli preistoriche, chiese, monasteri sede di prestigiose università medievali, ecc.) giunti a noi dall’antichità dei secoli e frutto di una orgogliosa e consolidata evoluzione civile e sociale.
“Original Armenia” consiglia ai propri clienti di accendere una polizza di assicurazione del tipo “Europ Assistance” multigaranzie (assistenza, rimborso spese mediche, bagaglio, infortuni in viaggio con estensione della copertura agli sport pericolosi, tutela legale, responsabilità civile verso terzi).
Il presente “pacchetto” prevede prestazioni per 9 giorni / 8 notti.
QUOTE DI PARTECIPAZIONE:
(per 08 partecipanti) € 1.100,00 per pax;
(per 10 partecipanti) € 1.050,00 per pax;
(per 12 partecipanti) € 1.000,00 per pax.
SUPPLEMENTO SINGOLA: € 80,00 per pax.
La quota comprende i soli servizi a terra e più precisamente:
Accoglienza in aeroporto e trasferimento Zvartnots aeroporto – Yerevan e viceversa;
Presenza e servizi di un accompagnatore/guida durante il soggiorno;
Adeguato mezzo di trasporto per gli spostamenti programmati;
Soggiorno in strutture ricettive stabili di buona qualità (alberghi / b&b), con sistemazione in camere o doppie e/o triple e trattamento di pensione completa;
Ingressi e degustazioni se e dove previsti/e.
La quota non comprende:
Il viaggio aereo e le relative tasse aeroportuali;
Le bevande ai pasti, salvo l’acqua;
Le spese strettamente personali, le eventuali mance e quant’altro non previsto esplicitamente nel precedente paragrafo “La quota comprende”.
Documenti necessari per l’ingresso in Armenia:
Per i turisti provenienti da un Paese facente parte dell’Unione Europea è sufficiente mostrare il proprio passaporto in corso di validità (scadenza non antecedente a sei mesi dopo quello di rientro). Non è richiesto alcun visto d’entrata e/o di soggiorno.
NOTE:
L’EVENTO E’ RISERVATO AI SOCI ISCRITTI AD AICS EPS (Ente di Promozione Sportiva), a chi avesse piacere associarsi anche solo per l’evento, praticanti di Nordic Walking, IN REGOLA CON L’ISCRIZIONE ALL’ASSOCIAZIONE MONTEGRAPPA.ORG 2018/2019, con il certificato medico di idoneità sportiva non agonistica, corredato della rilevazione della pressione arteriosa e del tracciato ECG.
Con l’iscrizione sarà compresa estensione assicurativa integrativa avente queste caratteristiche:
- diaria da ricovero € 10,00 -. massimo risarcimento 30 giorni
franchigia 5 giorni;
- rimborso spese mediche – massimo € 3.000,00 e franchigia € 150,00.
Non prevede la diaria da gessatura in quanto già compresa nella polizza base con un rimborso fisso di
€ 200,00 per tutte le fratture radiologicamente accertate i cui postumi ricadono nella franchigia del 7%.
Per informazioni si prega di contattare entro e non oltre il 20 marzo 2019:
Maria Daniela Trentini – 349 4598108
Formatore Sportivo Nazionale AICS di Nordic Walking
Responsabile provinciale AICS di Nordic Walking
Promoter KV+ per Verona e Vicenza
Naturopata ed Operatrice Shiatsu,
diplomata presso la Scuola di Naturopatia dell’Istituto Riza di Milano,
ideatrice e promotrice di Stretching Emozionale®…la Danza delle Emozioni come Qualità dell’Anima…
Autrice di *Stretching Emozionale* (Casa Editrice OI Books & Guides)
Maestro Formatore in “Stretching Emozionale®…la Danza delle Emozioni come Qualità dell’Anima…”
Consulente in Floriterapia dei Fiori di Bach secondo le “Nuove Terapie Esoteriche” di Dietmar Krämer.
Operatrice Reiki II LIVELLO.
daniela.trentini@tiscali.it
www.stretchingemozionale.it