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Diario di Viaggio in Armenia…inaspettato Nordic-Trekking-Culturale nel ventre della Grande Madre. Un viaggio all’inizio del tempo, al centro della terra…terra di sorgenti sacre e rocce che parlano…4^ tappa

YEREVAN – KHOR VIRAP –  ST. ASTVATSATSIN CHURCH – ARENI – NORAVANK – TANAHAT – Grotta di Arenì – YEGHEGNADZOR – A PIEDI: 12 KM ca.

KHOR VIRAP

Il Monastero di Khor Virap è il più noto monumento storico-architettonico nella regione di Ararat, situato a 30 km a sud di Yerevan, nei pressi del confine con la Turchia. Da qui si può godere della vista del maestoso monte Ararat che è poco lontano dal fiume Araks. Khor Virap è il posto più vicino al monte Ararat, il posto più adatto per osservare o fare delle foto alla montagna biblica.

Il monastero è molto ricco non solo di storia ma anche della religione. Khor Virap fu costruito ad Artashat durante il regno degli Arshakidi. In quell’epoca la collina serviva da carcere per i condannati. Negli anni ’60 del IV secolo Artashat è stato rovinato dagli invasori persiani.

L’ importanza del monastero è legata al fondatore del Cristianesimo in Armenia – Gregorio l’Illuminatore. La leggenda narra che Il re pagano Tiridate III tenne San Gregorio l’Illuminatore, reo di aver professato e diffuso il cristianesimo, imprigionato per 12 anni in un pozzo (khor virap significa “pozzo profondo”) dove alcune donne cristiane gli portavano cibo in gran segreto.

S. Gregorio l’Illuminatore fu liberato dal carcere, per ordine della sorella del re Khosrovidukht, perché guarisse il sovrano dalla licantropia, malattia in cui era caduto a seguito del rifiuto della vergine cristiana Hripsime di sposarlo. La sorella del re aveva ricevuto una visione che le aveva ordinato di liberare Gregorio.

Il sovrano gli fu talmente grato che si convertì al cristianesimo e San Gregorio, divenuto il primo Katholikos della chiesa armena  iniziò a costruire chiese sopra i templi pagani e ad insegnare la propria dottrina. Quindi, nel 301, grazie agli sforzi di S. Gregorio, l’Armenia fu il primo paese in tutto il mondo ad adottare il Cristianesimo come religione di Stato.

Gli edifici a livello della strada di Khor Virap sono stati ripetutamente ricostruiti fin dal VI secolo, mentre la chiesa principale, dedicata alla Santa Madre di Dio (Astvatsatsin) risale al XVII secolo. E’ possibile visitare il pozzo, profondo 6-7 metri, sopra il quale è stato costruito un edificio, la Chiesa di San Gregorio per proteggerlo dagli agenti atmosferici, scendendo per una scala di ferro a parete.

Khor Virap è un’importante meta di pellegrinaggi e spesso i fedeli vi giungono per ricevere il battesimo. Appena fuori dalle mura del monastero ci sono alcuni scavi nel sito di Artashat fondata nel II sec a.C.
Sono in corso i lavori di scavo per riportare alla luce una grande quantità di rovine nella vicina Dvin, un’altra antica capitale (a partire dal 340 circa).

ST. ASTVATSATSIN CHURCH – ARENI

 

Nel nulla di un piccolo cimitero di un paesino sul cucuzzolo brullo, un’apparizione degna delle migliori scoperte: la prima architettura firmata dal grande architetto Momik Vardapet nel 1321 è un miracolo di grazie! Sopravvissuta ai terremoti, con le snelle semi-colonnine binate, la finestra doppia nella facciata est, le modanature ad intreccio all’esterno, e soprattutto la geniale soluzione dei capitelli fusi nella trabeazione dell’architrave sono un condensato di genio artistico! Il rilievo del portale bellissimo! Si raggiunge con una piccola fatica da una salita sconnessa e sassosa, ma  anche se il sole picchia, è una chiesetta che merita una sosta!

La chiesa fu commissionata dallo stesso vescovo Hovhannes, che ordinò la costruzione del vicino Noravank. È stato progettato dall’architetto, scultore e miniaturista Momik (1250? -1339). Reclutato da Kilikia (Cilicia) a Gladzor, Momik ha avuto un impatto immediato con le sue squisite miniature 1302, “Entombment” e “Angel Appearing to Holy Women”. Dopo 17 anni durante i quali la sua vista peggiorò e, alla fine, nel 1307, non riuscì più a completare il suo ultimo vangelo, Momik si dedicò alla scultura, creando capolavori a Noravank, Tatev, Yeghegis (Chiesa di Zorats) e Gladzor, tra gli altri.

Astvatsatsin è stato costruito quando Momik era ancora all’apice dei suoi poteri artistici ed è una delle chiese più belle in Armenia. Le sculture includono la Madonna e il Bambino di Momik, mal conservati ma ancora magnifici, sul timpano sopra l’entrata. La raffigurazione della Vergine Maria e il bambino di Cristo, pur mantenendo le loro pose iconiche, sono intrisi di vita attraverso il drappeggio dei loro vestiti e il disegno di sfondo florido, che comprende viti molto dettagliate.

L’interno è segnato dalla cupola svettante, issato in alto da quattro pilastri, due dei quali sono in piedi, una caratteristica unica della chiesa. Il tamburo poggia su pennacchi che si trovano di fronte a quattro incisioni squisite che rappresentano gli evangelisti.

Il sagrato ha pietre tombali di epoche diverse, le stesse risalenti al periodo ellenistico e precedenti. I khachkar più piccoli e più elaborati sono contemporanei alla chiesa, ma le pietre più grandi e più grosse sono più vecchie. Sono i resti di menhir (pietre erette) scolpite con croci doppie e triple, un disegno trovato su altre incisioni del IV secolo.

…in cammino verso NORAVANK

Il Monastero di Noravank (“Nuovo Monastero”) è situato a 122 km da Yerevan, nella regione di Vayots Dzor, in una posizione naturale suggestiva, al termine di una stretta gola dell’Amaghu.

La costruzione più antica del complesso risale al IX – X secolo che purtroppo non è conservata. Si è conservata la chiesa principale di San Karapet costruita nel 1227 con il nartece che ha due timpani particolarissimi. La chiesa è stato ricostruita dal famoso architetto e scultore Momik. Il basso-rilievo sul timpano dell’entrata e i finestrini della facciata ovest sono molto interessanti dal punto di vista architettonico. Nel nartece ci sono numerose tombe dei monaci e dei principi della famiglia Orbelyan.

La chiesa principale ha una cappella laterale dedicata a San Gregorio all’interno della quale c’è una lapide del 1300 scolpita con fattezze per metà umane e per metà leonine posta sopra la tomba del principe Smbat Orbelyan.

A sud del monastero si può vedere il campanile-mausoleo di Sourb Astvatsatsin, “Santa Madre di Dio”, a due piani, il cui secondo piano, la chiesa vera e propria (il piano inferiore è stato utilizzato quale mausoleo per i principi della famiglia Orbelian) è accessibile solo da due strette scale poste a sbalzo sulla facciata. Terminata nel 1339, la chiesa viene considerata il «Canto del cigno» del celebre architetto Momik.

Nei secoli XII-XIV Noravank fù cattedra dei vescovi della regione di Syunik ed il centro religioso e d’arte più importante dell’Armenia. Il monastero fu completamente restaurato e riaperto nel 1999.

Le chiese, le croci, i bassorilievi in pietra sono splendide. Tutto qui è di grandissima suggestione.
Il paesaggio magnifico di montagne circondanti il monastero, dispone di una bellissima varietà dei colori.

TANAHAT

Il monastero di Tanahat (Tanadeh), menzionato dagli storici già nell’8˚ secolo, fu uno dei più importanti centri religiosi e culturali dell’Armenia medievale.

La sua chiesa principale, Santo Stefano(1), fu costruita tra gli anni 1273-1279 con il patrocinio della famiglia Proshian. La chiesa ha un interno a croce con nicchie ai quattro angoli (quelle fiancheggianti l’altare maggiore ad est sono su due livelli). L’esterno è rettangolare, con un tamburo sottile a 12 faccette e una cupola a ombrello. L’emblema dei Proshian, un’aquila che stringe un agnello fra gli artigli, è scolpita sulla parete sud della chiesa.

Grotta di Arenì

Il complesso di grotte chiamato Areni-1, in Armenia, si è dimostrato una “miniera” di reperti risalenti all’età del Rame, a partire dal V millennio avanti Cristo.

Gli scavi, iniziati nel 2007, hanno portato alla luce una serie di sepolture risalenti al 5.000/4.000 a.C. Tra i manufatti sono stati trovati alcuni vasi di terracotta, in due dei quali era contenuto il teschio di (due) giovani donne; sorprendentemente, uno dei crani aveva ancora un pezzo di tessuto cerebrale ben conservato, il più antico esempio di (pezzo) di cervello mai ritrovato.

Ma gli archeologi, nel 2008, hanno anche trovato la scarpa in pelle più antica del mondo, risalente a circa 5500 anni fa.

Il reperto, in ottimo stato di conservazione, suggerisce che l’uso delle scarpe iniziò in un periodo compreso tra i 40.000 e i 26.000 anni fa. La calzatura preistorica è stata ritrovata all’interno di una piccola buca profonda poco meno di 50 centimetri, sotto ai cocci di una ciotola di ceramica di epoca calcolitica. La pelle di bue con cui era stata confezionata la scarpa, si è mantenuta praticamente intatta grazie ad uno strato di escrementi di pecora che copriva il terreno, ed anche al clima freddo ed asciutto della grotta.

La scarpa, dalla forma sorprendentemente moderna, era tenuta in forma da un’imbottitura di erba secca posta al suo interno, forse usata anche come isolante, e calzava un piede relativamente piccolo, corrispondente ad un 37,5 odierno: misura che oggi sarebbe indubbiamente attribuita ad una donna, ma che migliaia di anni fa poteva essere anche portata da un uomo, considerata l’altezza media inferiore dei nostri progenitori.

Ma oltre alla scarpa e al cervello più antichi del mondo, Areni-1 ha conservato un’altra preziosa testimonianza sulla vita della sconosciuta popolazione che abitava anticamente l’Armenia: il primo sito accertato di produzione del vino.

Tutto sommato, gli uomini (o le donne) dell’età del rame usavano una tecnica di vinificazione non dissimile dalla nostra: pigiavano l’uva con i piedi, dentro una vasca di argilla, collegata con un tino, dove il succo d’uva veniva lasciato a fermentare.

Il vino veniva poi conservato in apposite giare dove, grazie al clima fresco e asciutto della grotta, del tutto simile a quello di una cantina, poteva “maturare”.

Il vino tuttavia non era destinato ad un uso quotidiano, ma era probabilmente consumato solo durante cerimonie funebri o relative al culto dei morti, non a caso attorno alla cantina si trovano una ventina di sepolture, accanto alle quali sono state ritrovate delle coppe.

Ma ciò che rende ancora più importante questa scoperta, è la conseguente certezza che già in epoca così antica la vite fosse coltivata, e che l’uomo fosse in grado di controllare la necessaria quantità d’acqua, e di combattere gli insetti e i funghi dannosi della pianta: un’orticoltura complessa e sofisticata il cui inizio, secondo la Bibbia, si deve a Noè.

Pernottamento a YEGHEGNADZOR presso “Under the Walnut b&b, lunch and rest complex”…”Sotto il noce” ci si può sentire soltanto coccolati e protetti!!!

Situato a Yeghegnadzor, l’ “Under the Walnut B&B, Lunch and Rest Complex” offre una piscina stagionale all’aperto e la connessione WiFi gratuita. Tutte le camere dispongono di cucina e bagno in comune. A disposizione anche un ristorante.

…con questa tappa iniziano ad arrivare percezioni, idee, emozioni e propositi!…e mi accorgo di essere “connessa”…

 

 

Riguardo a Nordic Walking Staff

Nordic Walking Staff
Il Nordic Walking è una tecnica che oltre ad insegnare a godere e riscoprire la natura, dato che si pratica all’aria aperta, fa bene al cuore e alla circolazione, rafforza braccia e spalle, migliora la postura della schiena e tonifica glutei e addominali. E’ un modo facile, poco costoso e divertente di gustare uno stile di vita sano ed attivo.

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