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Diario di Viaggio in Armenia…inaspettato Nordic-Trekking-Culturale nel ventre della Grande Madre. Un viaggio all’inizio del tempo, al centro della terra…terra di sorgenti sacre e rocce che parlano…7^ tappa

YEREVAN – GARNI – GEGHARD – YEREVAN Si visita per primo il Monastero di Geghard, patrimonio Unesco, parzialmente scavato nella montagna, nei pressi di una sorgente d’acqua ritenuta miracolosa. Lungo il cammino per arrivare a Garni, si ammira una estesa formazione rocciosa di basalto, detta “a canne d’organo”; si visita il Tempio d’epoca romana di Garni (eretto nel I secolo, in forme ellenistiche).  A PIEDI: 8 KM ca. Rientro a Yerevan e partenza per l’Italia nella notte.

Ciao Armenia! Ci hai rubato il cuore! A prestissimo!

GARNI

 

La fortezza di Garni insieme al palazzo eretto successivamente nel I secolo d.C., è tra i monumenti più celebri dell’epoca antica armena, che si trova in un splendido paesaggio sul terreno triangolare che sorge dalla gola del fiume Asat. Questo complesso architettonico ha una protezione naturale da due lati: dalle rocce aguzze che scendono di circa 100 metri e sono collegati alle mura naturali di 180 metri.

Le sue origini precise non sono chiare, ma durante gli scavi archeologici sono stati trovati manufatti risalenti all’Età Poleolitica, mentre le mura originali risalgono all’Età del Bronzo e del Ferro. Durante il periodo urarteo (8˚-6˚ secolo a.C.) furono rinforzate le mura e fu eretto il tempio – la base per la costruzione successiva del 1˚ secolo.

Il complesso architettonico odierno risale al 4˚ secolo a.C., quando Alessandro Magno invase la Persia, e portò per la prima volta la cultura ellenistica in Armenia. Alcune delle mura esterne e le fondamenta appartengono proprio a questo periodo, le costruzioni più importanti, però quali il tempio di Mitra e le terme della corte, furono erette 500 anni dopo – all’epoca del re Trdat I Arshakuni.

A quell’epoca i romani conducevano una guerra di lunga durata con i parti per il controllo nel Vicino Oriente e usarono l’Armenia come campo di battaglia. Ciascuno dei due imperi imponeva o abbatteva il re nemico, finché Trdat I spodestò il protetto romano nel 54. I romani risposero con l’invasione dell’Armenia nel 57, distruggendo la capitale Artashat nel 58. I romani erano pronti ad annettere l’Armenia all’impero, ma il loro esercito fu circondato e sconfitto dalle truppe di Trdat Kharput nel 62. Sotto la pressione dei parti Trdat chiese la pace ai romani, ponendo la propria corona ai piedi dell’effigie di Nerone, promettendo che l’imperatore gliela avrebbe restituita a Roma. Trdat arrivò a Roma e ricevette la corona da Nerone mettendosi in ginocchio e dicendo:

“Signore… Sono venuto da te, mio dio, per venerarti come venero Mitra. Che sia mia la sorte che hai scelto per me, perché tu sei la mia fortuna e il mio destino.” (Diod. Sic., LXII; vol. VIII).

Plinio il Vecchio dice che il re armeno insegnò a Nerone alcuni riti, e proprio in quell’epoca fu introdotto nel pantheon romano il culto di Mitra. Nerone diede a Trdat due milioni di sesterzi e ingegneri romani per la ricostruzione della capitale che chiamò Neroneia in suo onore. Nello stesso tempo Trdat commissionò un tempio dedicato a Mitra a Garni verso l’anno 66. Dopo le invasioni di tribù nordiche il tempio fu restaurato e allargato verso l’anno 72. In più Trdat costruì anche un palazzo per la sorella Khosrovadukht, dove lasciò un’epigrafe su pietra in greco, nella quale chiamò se stesso “sole” (helios) e ”supremo reggente della Grande Armenia”.

Il complesso architettonico

Il complesso comprende le mura, la guarnigione e l’area per i servi. Il tempio di Mitra e il palazzo estivo, che risalgono al 1˚ secolo, e le terme romane che risalgono al 3˚ secolo.

Le mura della fortezza

Le mura della fortezza con spessore di 2m erette con enormi blocchi di pietra sbozzati difendevano l’entrata nord della fortezza. Originariamente le mura avevano un’altezza di 12-14 metri, ma attualmente rimangono soltanto le pietre minuziosamente elaborate della parte inferiore delle mura di altezza non superiore a 2-4 metri. Questi blocchi di pietra ciclopici si univano tra di loro con graffe di ferro senza alcuna malta da costruzione – metodo che veniva usato dagli antichi romani. Questo fatto fa supporre che le mura della fortezza sono state erette nel periodo romano della storia.

In realtà, la simile tecnica di costruzione era usata anche nel Medio Oriente dove la muratura di pietra delle mura sul livello inferiore era applicata nel 3˚ millennio a. C. Nel 7˚ secolo i conquistatori arabi distrussero la gran parte delle mura della fortezza, ma esse furono ricostruite nel 10˚ secolo come prova l’incisione medievale sulle porte.

La costruzione delle mura

L’arte della costruzione delle mura iniziò a perfezionarsi nell’età del Bronzo quando furono erette mura ciclopiche attorno ai villaggi, città e fortezze. Le grandi mura venivano costruite con enormi blocchi di pietra ed erano chiamati ciclopiche perché gli antichi archeologi pensavano che solo i Ciclopi mitici erano in grado di alzare le pietre enormi che si ponevano sulle mura. Dalla funzionalità la costruzione delle mura si è trasformata in arte nel periodo ellenico, quando le mura della città erano considerate parte decorativa del paesaggio. Come esempio possono essere considerate le mura bianche che circondavano l’antica Artashat nel 2˚ secolo a. C.

Le mura della fortezza di Garni hanno conservato il loro aspetto iniziale. Qui è stata usata la tecnica fatta propria dei romani della muratura delle pietre senza malta da costruzione con l’uso del ferro. Per il rafforzamento delle mura i blocchi venivano posti alternativamente con le parti lunga e corta (opus quadratum). Di conseguenza, il tutto veniva bello e solido. Conservandosi per 500 anni, le mura furono distrutte dai conquistatori, ma furono subito ricostruite e rafforzate con le porte.

Il palazzo della guardia imperiale

Sulla Vostra destra sull’alta collina si trovano le fondamenta delle costruzioni del 3˚-4˚ secolo, usate come locali di servizio e per la dislocazione della guardia imperiale. La composizione del palazzo principale assomiglia al palazzo estivo ubicato accanto alla collina. Il palazzo aveva piloni di legno dividenti la stanza ad una navata in sezioni e pilastri dei muri esterni sostenenti la volta.

La guardia difendeva i membri della famiglia imperiale quando erano in residenza e in caso di pericolo. Un’altra guarnigione della guardia imperiale si era stabilita all’inizio della valle non lontana del villaggio attuale Hazavan.

I khachkar

Vicino a questa collina negli scavi sono stati trovati khachkar (croci di pietra) e delle pietre una delle quali, abbastanza oblunga, era probabilmente la Pietra-Vishap (Pietra del Drago) dell’età del Bronzo. Installate presso le sorgenti d’acqua queste pietre oblunghe dall’aspetto di drago con la coda muscolosa che abbraccia una figura coricata bocconi, rappresentavano una parte importante dell’idolatria precristiana.

Durante la conversione del paese al cristianesimo molti Vishap furono distrutti. Alcuni furono usati come base per gli altari, e cancellando la figura del drago da altri e sostituendone l’immagine con forme primitive di khachkar.

I khachkar di questa fila rappresentano il periodo dello sviluppo dei Khachkar dall’inizio del Cristianesimo fino al Medioevo.

La Geometria Sacra e il tempio di Garni

I progenitori degli armeni organizzavano la loro vita secondo le leggi della natura, studiando attentamente i flussi ed i riflussi stagionali che reggevano il loro destino. La predizione del disgelo di primavera e della pioggia estiva era considerata più che magia – essa era decisiva per la conservazione della cultura. Il controllo degli elementi della natura era sinonimo del controllo sugli dei, perché la loro ira non si abbattesse sugli umani con diluvi, siccità ed epidemie.

Il tempio di Garni dimostra con successo questa fede tramite misurazioni e forme geometriche usate durante la costruzione. La Geometria Sacra, perfezionata dai pitagorici nella Grecia antica, veniva usata per la costruzione ovunque in Medio Oriente ed a Roma.

La Geometria Sacra significava quasi il contatto cogli dei. La geometria era inoltre lo strumento principale per la produzione di cose con le mani. Probabilmente, voi non ci fate caso, ma quando create un qualsiasi articolo, state seguendo le leggi della geometria basate su esperienze più antiche – la misurazione o il calcolo. Nel mondo antico queste conoscenze erano considerate magiche e venivano mantenute segrete nell’ambito dei ministri del culto.

Nella Geometria Sacra i numeri venivano combinati con le forme per la creazione dell’insieme armonico. L’idea consisteva nell’unificazione dell’umanità con l’insieme cosmico. I numeri sacri avevano un significato speciale simbolico, per esempio, il numero “uno” significava Universo, “due” – divisione, “quattro” – le stagioni, “sette” – compimento e “otto” – nuova vita.

I numeri più sacri erano – “tre” (La Santa Trinità personificata da Giove, Giunone e Minerva a Roma, e da Aramazd, Anahit e Vahagn – in Armenia), “sei” (perfezione) e “nove” (tre, moltiplicato per tre, oppure il numero sacro). Vi accorgerete in tutto il tempio di questi numeri о delle loro combinazioni illustranti il sistema di progettazione simile.

Il loro significato trova origine nella fede mistica che conferma che se voi usate questi numeri nelle dimensioni o in certe combinazioni oppure li seguite in certe giornate, voi calmate gli dei e diventate membro della loro famiglia metafisica.

La Geometria del Tempio. La costruzione dell’edificio è l’incarnazione del cosmo come dimostra la piattaforma rialzata del tempio (cieli) con 9 gradini che portano all’entrata centrale (9 come cifra sacra determina il luogo sacro o il tempio). Nel colonnato del tempio la correlazione delle colonne alla luce è 1×3 (1 significa l’indivisibilità del cosmo, e 3 presenta la triade).

24 colonne simbolizzano le nuvole oppure i vapori (2+4═6, cioè perfezione, 24═8×3 oppure secondo le leggi della geometria sacra – la nuova vita moltiplicata per la Santa Trinità, cioè la vita donata dal Dio), ed il soffitto – la cupola dei cieli. Anche l’ubicazione delle colonne del tempio ha il suo simbolismo: nelle parti anteriori e posteriori della costruzione sono erette 6 colonne (cifra perfetta), ed in ogni lato – 8 colonne (il numero successivo al 7, cioè il simbolo della vita).

Il disegno 1 rappresenta la parte frontale del tempio con elementi geometrici immaginari apposti sopra. Il circolo sulla facciata s’inscrive nettamente tra il primo gradino dell’entrata nel tempio ed il lembo superiore della cornice del tetto. Guardate come il circolo è separato in sezioni dalle linee immaginarie, condotte per i punti principali del tempio.

Due triangoli equilateri regolari sono iscritti nella struttura della costruzione in modo che attirano l’attenzione sugli altri tre triangoli equilateri regolari – sei triangoli coi tre lati (6×3═18, oppure 1+8═9, cioè una cifra sacra). Ogni completo di tre triangoli ha in totale 9 lati.

Sul disegno 2 il tempio è rappresentato con linee immaginarie che formano un circolo di forma regolare (1═unione dell’insieme) con il gruppo di 6 circoli da dentro (3+3═perfezione). I quattro circoli inferiori colmano lo spazio dove si trovava la statua e ardeva il fuoco sacro. Separando in diagonale i circoli inferiori in angoli, crea tre serie di triangoli perfetti, cosi’ rafforzando il significato della cifra 9 della forma esteriore del tempio; i triangoli si uniscono sul punto dove era installato l’idolo focalizzando sulla sua faccia. Le cifre 8 e 5 si ripetono nelle linee delle dimensioni. L’8 simbolizza la nuova vita, il giorno di Resurrezione, il giorno dopo che il Dio ha riposato dal lavoro, e il giorno simbolico del vero inizio della storia della Terra.

Il 5 è il simbolo dell’insuccesso in certe culture, ma per i greci esso era anche il segno del pentagramma, il segno di creare delle cose (cinque dita). Prestate attenzione al fatto che dentro il tempio la lunghezza delle linee orizzontali è sempre 5, mentre quella delle linee verticali è 8.

GEGHARD

Il monastero era famoso per le sue reliquie, tra cui le reliquie degli apostoli Andrea e Giovanni, donate nel 12˚ secolo e, come registrato nel 1250, la reliquia che diede il nome attuale al monastero, la lancia, che si crede che avesse trafitto il costato di Cristo sulla croce.

Il monastero di Geghard è un’eccezionale costruzione architettonica che si trova nella provincia di Kotayk’, in Armenia. Esso è parzialmente scolpito nella roccia di una montagna adiacente. Le spettacolari guglie rocciose che cingono il monastero fanno parte della gola del fiume Azat.

Non si conosce la data del primo insediamento, ma in una delle grotte sgorga ancora una fonte, ritenuta sacra sin da epoca precristiana. Intorno ad essa, al principio del sec. IV, fu fondato un monastero chiamato Airivank, ossia “”il monastero della grotta”, del quale non rimane più nulla. I monaci occuparono con le loro celle numerose cavità naturali, con pochissimi adattamenti che consentissero la regolarità della loro vita quotidiana. Sulla via d’accesso al monastero, la cappella di Grigory “l’Illuminatore” fu eretta prima del 1177, anch’essa in parte scavata nella roccia e in parte costruita, su pianta rettangolare, con l’abside a ferro di cavallo. In seguito, quando l’istituzione del monastero si sviluppò e divenne una potenza civile e sociale, furono costruite diverse chiese.

Il nome attuale Geghard fu dato nel XIII sec. significa “il monastero della lancia”, con riferimento alla lancia che ferì Cristo durante la crocifissione, che secondo la leggenda sarebbe stata portata in Armenia dall’apostolo Taddeo e conservata nel monastero insieme a molte altre reliquie. Oggi è esposta nella città di Echmiadzin.

La chiesa principale venne costruita nel 1215 col patrocinio dei fratelli Zagare e Ivane, generali della regina Tamar di Georgia, che riconquistò gran parte dell’Armenia ai Turchi. Il gavit, per metà scavato nella roccia, è antecedente al 1225, e una serie di cappelle scolpite nella roccia sono della metà del XIII secolo, periodo in cui il principe Prosh Khaghbakian, vassallo della famiglia Zakarian e fondatore del principato di Proshian, acquistò il monastero.

In breve tempo la gente di Proshian costruì le strutture nelle grotte cui il complesso monastico di Geghard deve la sua fama: la seconda chiesa in caverna, il sepolcro di famiglia degli zhamatun Papak e Ruzukan, una sala per le riunioni e gli studi (crollata nella metà del XX secolo) e numerose celle.

Sul piano strettamente architettonico, gli edifici di Ghegard presentano una qualità ed una precisione eccezionale nel lavoro d’intaglio della pietra, cesellata come un’opera di oreficeria. Ciò è reso possibile da un tufo più duro di quello della Cappadocia. Le sette chiese a pianta quadrata e i cimiteri dei nobili presentano, per la pianta rettangolare e l’abbondanza di elementi architettonici, come capitelli lavorati, decorazioni, bassorilievi, pennacchi a tromba delle cupole, caratteristiche legate in generale alla logica dell’architettura costruita.

Nell’anno 2000 è entrato a far parte della lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

 

Riguardo a Nordic Walking Staff

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Il Nordic Walking è una tecnica che oltre ad insegnare a godere e riscoprire la natura, dato che si pratica all’aria aperta, fa bene al cuore e alla circolazione, rafforza braccia e spalle, migliora la postura della schiena e tonifica glutei e addominali. E’ un modo facile, poco costoso e divertente di gustare uno stile di vita sano ed attivo.

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